Per la prima volta da mesi un giornalista è riuscito a entrare a Kobane, la città-martire in Siria al confine con la Turchia e a girare queste immagini direttamente dalla linea del fronte.
I combattenti curdi combattono una guerra di posizione fra case distrutte e trincee scavate dove una volta c’erano strade. Dall’altra parte i combattenti dell’Isil che cercano di prendere gli assediati per stanchezza.
Malgrado quanto affermato dal presidente turco Recep Tayip Erdogan, che ha ripetuto come i raid aerei degli americani contro l’organizzazione islamica non abbiano favorito per nulla la lotta dei Peshmerga curdi, un combattente che lotta in città è di tutt’altro avviso: “I bombardamenti aerei sì che servono. I militanti dell’Isil sono terrorizzati. Quando sentono il rombo degli aerei scappano come animali e non sanno dove nascondersi quando gli americani attaccano”.
Sul campo la situazione è più complicata. Isil controlla una larga fetta di territorio e rende difficili gli approvvigionamenti. Nelle regioni occupate ha organizzato un’amministrazione. La capacità di stringere alleanze tribali ha fatto il resto.
La lotta per Kobane tuttavia, rischia di far scordare che continuano le operazioni del regime di Bashar al Assad contro Isil in altre località. A Raqqah, ad esempio, città controllata proprio dagli integralisti, sarebbero un centinaio le vittime dei bombardamenti del regime. Molti i feriti in gravi condizioni.