Non solo Ferguson, ma anche Chicago, New York, Washington, Baltimora e San Francisco: sono solo alcune delle 170 città in cui è esplosa la rabbia per la decisione di non incriminare Darren Wilson, il poliziotto bianco che lo scorso 9 agosto ha colpito a morte Michael Brown, un diciottenne afroamericano disarmato. Nuova notte di una protesta che monta e degenera in violenze. Dal Missouri l’indignazione della comunità nera si è estesa a 37 Stati americani.
Duemila militari della Guardia Nazionale sono stati dispiegati come rinforzo dal governatore del Missouri Jay Nixon che ha bollato le proteste come atti di criminali che hanno’‘terrorizzato la città’‘.
La rivolta per un verdetto vissuto come una grande ingiustizia a sfondo razzista è sfociata in attacchi contro la polizia, una ottantina le persone arrestate. Lancio di pietre e bottiglie molotov contro gli agenti, edifici in fiamme, presi d’assalto e saccheggiati, strade bloccate.
Il verdetto del Grand Jury, composto da nove bianchi e tre neri, ha scosso le viscere degli Stati Uniti e convinto gli afroamericani che una parte della giustizia è ancora vittima di pregiudizi. I genitori e gli avvocati di Michael Brown contestano la decisione ma lanciano un appello per manifestazioni pacifiche.