Si contano i voti per le elezioni presidenziali, in Tunisia, dove per la prima volta nella storia del Paese, il vincitore si saprà solo a spoglio concluso, come ripetono con soddisfazione da più parti.
Alle urne si è recato circa il 60% degli aventi diritto e il voto si è svolto senza incidenti.
Grande favorito è il leader della principale formazione laica del Paese, Nidà Tunis, l’avvocato Bei Caid Essebsi.
88 anni tra una settimana, Essebsi è un veterano della politica. Attivista anti francese ai tempi coloniali, ebbe ruoli di primo piano con le dittaure di Burghiba prima e di Ben Ali dopo, ma da ambedue si allontanò quando i loro regimi si inasprirono.
Il suo principale avversario è il presidente ad interim Moncef Marzuki, uno dei leader della primavera araba che portò alla caduta del regime di Ben Ali. Marzuki è stato contestato all’uscita dai seggi.
È criticato per l’alleanza con il partito islamico Ennhadha, nonostante questa politica abbia permesso alla tunisia di essere l’unico Paese della primavera araba a poter completare il processo democratico.
Il ballottaggio si terrà il 28 dicembre.
La nuova Costituzione, adottata in gennaio, riserva al Presidente un ruolo principalmente cerimoniale, ma l’elezione diretta gli conferisce un’autorevolezza di cui il vincitore avrà bisogno per formare una maggioranza nel parlamento eletto lo scorso mese e nel quale nessuna formazione può contare sulla maggioranza assoluta.