Il giorno dopo l’attentato, Gerusalemme l’ha trascorso immersa in una calma irreale. I cinque rabbini uccisi e le sei persone ferite nell’assalto alla sinagoga compiuto da due palestinesi hanno fatto piombare la città in un clima di attesa.
Il ministro dell’Interno ha proposto procedure semplificate per chi voglia girare armato, ma questo non pare abbastanza ad innalzare la sensazione di sicurezza.
“Siamo terrorizzati. Spero che questa situazione prima o poi finisca, e che non sia invece l’inizio”.
“Qui mi sento al sicuro. Prima avevo paura di uscire, ma poi ho visto le pattuglie, attenti a ogni dettaglio”.
Diverso il giudizio degli israeliani arabi, che parlano di discriminazioni.
“Il problema è la polizia, che d’accordo col governo discrimina i cittadini arabi da quelli ebrei, per spingere la gente a lasciare la città. Ma non accadrà, le nostre vite, il nostro lavoro, sono qui, e qualunque cosa facciano qua resteremo”.
Mentre l’esercito ha ripreso ad abbattere le case dei palestinesi coinvolti in azioni violente, l’autorità municipale di Gerusalemme ha dato il via libera all’allargamento delle colonie nel settore palestinese, autorizzando la costruzione di 78 nuovi alloggiamenti.