Per gli elettori all’estero è stata una giornata difficile, e i nervi spesso sono saltati tra chi era in coda da ore: a Parigi erano in centinaia a tentare di forzare il cordone di polizia, furiosi per non aver potuto votare dopo aver atteso sin dal mattino. Troppo pochi i seggi, si è ripetuto il caos del primo turno.
A Torino, i cancelli del Consolato sono stati chiusi all’ora prevista, intorno alle 21, e decine di persone in coda hanno protestato in modo un po’ troppo vigoroso: la serata si è chiusa con un arresto e quattro feriti, tra cui due agenti di polizia.
Stesso problema a Berlino: dopo il caos del primo turno si è dimesso il Ministro degli Esteri. Non che la cosa sia servita a molto:
“È responsabilità del governo organizzare le elezioni. Tutto questo è successo già al primo turno, e non è stato fatto niente per impedire che si ripetesse il problema”, dice una giovane elettrice.
Il voto dei romeni all’estero va solitamente in gran parte ai conservatori, che hanno accusato il governo di Ponta di aver di fatto ostacolato il voto di quei cittadini. Deliberato o meno che sia, il problema si è visto in tutta Europa. Ma non sembra aver inciso sul sorprendente risultato delle presidenziali.