Solo mille persone circa sono arrivate sabato mattina dalle periferie romane per portare nel centro della Capitale la protesta anti-immigrati.
Gli organizzatori, di 62 comitati di quartiere, ne aspettavano almeno 10 mila.
Bersaglio degli slogan soprattutto il sindaco Ignazio Marino, già venerdì sera era stato oggetto del malcontento degli abitanti di Tor Sapienza. Il livello di tensione è diventato tale da convincere, il giorno prima, che fosse opportuno spostare i 36 rifugiati dal centro di accoglienza presente nel quartiere.
Alcuni di loro hanno provato a farvi ritorno venerdì, ma sono stati di nuovo cacciati. Insieme hanno scritto una lettera aperta alla cittadinanza di Tor Spaienza.
“C‘è una guerra dei poveri, diciamo la verità. Non è giusto che le istituzioni si occupino delle epriferie soltanto in queste situazioni di emergenza” afferma lo scrittore Eraldo Affinati, che insegna italiano agli stranieri.
La manifestazione di sabato, figlia della montante protesta contro immigrati e rom scoppiata nelle periferie ha visto anche la partecipazione dell’ex sindaco Gianni Alemanno e di altri esponenti della destra romana, fra cui alcuni membri di Casa Pound.
Una nuova mobilitazione è stata convocata per il 21 novembre all’Eur. Gli organizzatori minacciano di bloccare la città e dar vita a uno sciopero fiscale.