Vojislav Seselj, l’ultranazionalista serbo rilasciato provvisoriamente dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia, è stato accolto da oltre mille seguaci all’aeroporto di Belgrado. Seselj, malato di cancro, può curarsi in Serbia, a condizione che non contatti i testimoni del suo processo all’Aja e che si presenti davanti ai giudici nel caso lo chiedano.
Dal balcone del partito radicale serbo, Seselj ha accusato di tradimento il presidente e il primo ministro serbi, suoi ex collaboratori: “Dicono che è una decisione temporanea, ma questa per me sarà provvisoria fino a quando toglieremo il potere al presidente Tomislav Nikolic e al primo ministro Aleksandar Vucic.”
Il ritorno di Seselj in Serbia, dopo quasi dodici anni all’Aja dove è accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, ha suscitato indignazione in Croazia, e in Bosnia dove varie associazioni di vittime della guerra del 1992-95 definiscono la decisione “vergognosa” e “una ricompensa per gli accusati a spesa delle vittime”.