Messico: proteste per uccisione studenti, numerosi fermi

2014-11-10 7

Una quindicina di studenti sono in stato di fermo dopo gli scontri di Città del Messico, dove la protesta per l’uccisione di 43 giovani da parte di una gang criminale è sfociata nell’assalto al Palazzo Nazionale, sede della Presidenza. La polizia ha comunicato che i 43 studenti sequestrati dai narcos sono tutti morti, i loro cadaveri carbonizzati si troverebbero da qualche parte in una discarica. Per i manifestanti, il governo vuole semplicemente chiudere in fretta la vicenda.

“La giustizia ha toccato il fondo – diceva un manifestante -, il governo non ha vergogna, spero che il popolo messicano esprima la propria rabbia e succeda qualcosa di serio”.

L’accusa viene rivolta anche direttamente al Presidente della Repubblica, Enrique Peña Nieto, impegnato in questi giorni in Cina per l’Apec e poi in Australia per il G20. Vertici in previsione dei quali sarebbe stato deciso di chiudere frettolosamente la spinosa vicenda degli studenti sequestrati.
Tre dei killer avrebbero confessato, ma i corpi non sono ancora stati ritrovati (a parte qualche frammento), e comunque l’identificazione, se anche il racconto si rivelasse veritiero, sarebbe estremamente difficile. “Li rivogliamo vivi”, ha scritto qualcuno sulla residenza del Presidente, mentre questi già si trovava in Cina.

Free Traffic Exchange