Quasi 10.000 rifugiati vivono nel campo di Zaatari in Giordania. Mentre il conflitto siriano entra nel quarto anno, questo luogo si sta trasformando in un insediamento permanente. E permanenti sono anche le scarse condizioni igienico-sanitarie in cui migliaia di persone sono costrette a vivere.
La Giordania, così come la Turchia, il Libano e l’Iraq affermano di non essere più in grado di gestire gli oltre tre milioni di profughi siriani che hanno trovato riparo nei loro Paesi.
Lo hanno ribadito a Berlino, in occasione della conferenza internazionale per gli aiuti ai rifugiati e ai Paesi d’accoglienza.
La situazione più grave è quella del Libano. Il Paese, che conta circa quattro milioni di abitanti, ha accolto oltre un milione di rifugiati.
Il Premier libanese Tammam Saeb Salam ha messo in guardia sull’aggravarsi delle tensioni tra la popolazione locale e i migranti.
“Molti siriani per sopravvivere hanno messo in piedi piccoli esercizi di ogni genere, fioriti senza alcun tipo di permessi o licenze, che fanno concorrenza sleale alle attività dei commercianti libanesi”, ha dichiarato.
Gli Stati che stanno fronteggiando l’emergenza ritengono che la comunità internazionale non stia facendo abbastanza.
La Germania, che ha ospitato il vertice, ha ricordato come gli sforzi per combattere l’avanzata degli islamisti dell’ISIS, possano essere vanificati dalla mancanza di una soluzione al problema dei rifugiati.