È una prova di democrazia superata quella della Tunisia.
Le elezioni legislative si sono svolte regolarmente e il partito islamico Ennahda, andato al potere dopo la cacciata di Ben Ali, ha riconosciuto la vittoria dei laici di Nidaa Tounes.
Parlando ai militanti delusi di Ennahda, l’ex primo ministro Ali Larayed ha ricordato che si è trattata di una sconfitta di misura: “Continueremo a lavorare, siamo ancora uno dei maggiori partiti, che può garantire democrazia e libertà”, ha dichiarato.
Ennahda ha confermato la volontà di dialogare con Nidaa Tounes per costituire un governo di unità nazionale.
“Ci congratuliamo con loro”, afferma una sostenitrice del partito islamico moderato, “Hanno raccolto il frutto del loro lavoro”.
Il leader di Nidaa Tounes, che in arabo significa “Appello per la Tunisia”, è Beji Caid Essebsi. Entrato in politica come consigliere del padre della patria Habib Bourguiba, è stato presidente del Parlamento sotto Ben Ali e primo ministro per un breve periodo nel 2011 durante la rivoluzione.
Il suo partito, che annovera personaggi legati al vecchio regime, è riuscito a raccogliere consenso, puntando il dito contro le scarse misure di rilancio dell’economia e la debole gestione della minaccia islamista da parte di Ennahda.