La strenua resistenza dei peshmerga kurdi del Pkk non basta a scongiurare che Kobane, a pochi chilometri dal confine turco, cada nelle mani dell’Isil. L’avanzata dei miliziani del Califfato preoccupa gli Usa, che ieri hanno ottenuto il via libera dal governo di Ankara per l’uso della base aerea di Incirlik.
“Non abbiamo chiesto alla Turchia di inviare proprie truppe in Siria. Non è una campagna che richieda una presenza di truppe di terra statunitensi di nuovo impegnate in combattimenti. Il primo ministro iracheno, il governo iracheno, hanno detto molto chiaramente che non vogliono forze combattenti statunitensi”.
Nelle ultime 48 ore, in numerosi attentati, l’Isil ha causato almeno 80 morti, e secondo fonti locali almeno diecimila ribelli starebbero per dirigersi su Baghdad.
Infine, il governo turco ha definito “irreale” l’idea di aprire un corridoio umanitario con Kobane. Conseguenza diretta di ciò è il blocco per ore alla frontiera dei combattenti kurdi rimasti feriti, che le autorità turche non autorizzano a entrare subito nel paese.