Svezia: un rifugio per i profughi cristiani del Medioriente

2014-10-10 1

Robert e la sua famiglia sono fuggiti dal nord della Siria. Ora sono al sicuro: Sono in Svezia, a Södertälje.

La città industriale è ben nota tra le minoranze cristiane in fuga Siria e Iraq: 30.000 dei suoi 90.000 abitanti ha radici in Medioriente. Dall’autunno dello scorso anno la Svezia assicura un permesso di soggiorno permanente alla maggior parte dei rifugiati siriani. Robert e la sua famiglia vengono accolti da Ayoub Stefan, il sacerdote ortodosso di Saint-Gabriel, una delle sei chiese assire della città . Per i prossimi mesi nella città svedese sono attesi nuovi flussi di rifugiati, oltre che dalla Siria anche dall’Iraq.

“I cristiani – spiega Ayoub Stefan, sacerdote ortodosso – che provengono dall’Iraq arrivano dopo aver sofferto moltissimo. Senza un governo non esistono regole civili e i cristiani sono in difficoltà. Molti sono stati uccisi”.

Sono milioni i profughi che vivono nei campi rifugiati. Solo una minoranza si mette in viaggio verso l’Europa.
Södertälje è diventata una meta, dopo l’arrivo 50 anni fa di una prima comunità cristiana dal Medioriente.

Ora il punto d’incontro della comunità è il Centro Ronna, che si trova in un quartiere popolare della città. Qui si riuniscono anche rifugiati iracheni, che non beneficiano automaticamente del permesso di soggiorno permanente, malgrado abbiamo vissuto lo stesso orrore dei profughi siriani. Kheder è stato perseguitato in Iraq.

“All’inizio abbiamo pagato – racconta Kheder, rifugiato iracheno – Ma quando sono tornati per chiedermi altri soldi mi sono trovato in difficoltà. Allora mi hanno sequestrato insieme a mia figlia. Sono stato fortunato solo perché il conducente ha avuto un incidente. A quel punto ho aperto la portiera e sono scappato”.

Robert e famiglia hanno ora una nuova casa. Ricevono spesso degli ospiti, in questo caso il prete della loro chiesa. Ma si aprono a nuove culture. Lo fanno anche cercando di apprendere velocemente lo svedese.

Ma Robert non dimentica il passato: i sequestri gestiti dai terroristi, il racket delle estorsioni in Iraq e Siria che colpisce le minoranze, come i cristiani.

“So che due cristiani, un giovane e suo padre, sono stati sequestrati e uccisi – dice Robert Kouki, rifugiato siriano – Ora vengono rapiti tutti, i poveri, i benestanti, i ricchi. Tutti. Avevo paura non solo per me ma anche per le mie figlie”.

Le due figlie, hanno dieci e quattordici anni. Hanno già molti amici svedesi. E per il loro compleanno la festa rispecchia le tradizioni del loro nuovo paese di accoglienza.

“Quando sono arrivata in Svezia – racconta Adella, figlia di Robert – imparavo dieci parole al giorno e con i miei cugini che vivono qui da un po’ parlavo svedese. Conoscono abbastanza bene la lingua”.

Incontriamo Ibrahim. Da quando è arrivato dalla Siria sei mesi fa gioca nella squadra di calcio più esotica della Svezia, “L’assiro Super Stars”. La maggior parte dei giocatori sono cristiani provenienti dal Medioriente. Ma l’accesso alla squadra non è preclusa a nessuno. Hanno vissuto già una realtà drammatica nei loro paesi di origine.

“In Siria – sottolinea Ibrahim Touma, rifugiato siriano – c‘è una vera persecuzione contro i cristiani. Le donne sono molestate sessualmente. Gli uomini vengono discriminati quando indossano la croce. Sono considerati degli infedeli”.

Mentre il padre di Ibrahim, ha ottenuto un permesso di lavoro regolare ed è potuto entrare legalmente in Svezia con la famiglia. Aho si è affidato ai trafficanti. Partito dalla Siria ha attraversato Turchia, Grecia e Lettonia.

“Per arrivare in Svezia – dice Aho Gabriel, rifugiato siriano – ho pagato ai trafficanti più di 12 mila euro”

“Ora, con gli islamisti e il loro cosiddetto Stato islamico – racconta Ninous Toma, allenatore e rifugiato siriano – ci troviamo di fronte a una cosa completamente nuova: vogliono cacciare al più presto i cristiani della regione. La paura è tangibile all’interno della comunità cristiana dell’area. L’atmosfera nella regione è incandescente”.

Ibrahim vive nella periferia di Södertälje. È felice del suo percorso personale.

La città svedese è guidata da un sindaco socialdemocratico. La politica di accoglienza è un aspetto importante anche se nelle ultime elezioni il partito anti-immigrati è cresciuto. Una realtà complicata a fronte del fatto che per Ibrahim lasciare la Siria è stata l’unica salvezza.

“Un nostro parente è stato rapito dal gruppo terrorista di Al-Nousra mentre si trovava per la strada – racconta Ibrahim Touma – Hanno minacciato di tagliargli la testa. Non sappiamo se è ancora vivo. Per questo la mia famiglia ci ha spinto a lasciare il paese”.

La Cattedrale ortodossa di Södertälje e il Centro Culturale assiro si trovano in una zona industriale. Recentemente hanno subito due attacchi incendiari.

Il presidente della Federazione assira di Svezia, sottolinea che l’esodo a cui sono costretti migliaia di cristiani dal Medioriente minaccia la sopravvivenza di una cultura millenaria.

“In questi mesi, ogni gio

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