Giornata campale per il “Jobs Act”, la riforma del mercato dell’impiego portata avanti dal governo italiano. Mentre il Senato si avvia a votare la fiducia, il premier Matteo Renzi accoglie i leader dell’Unione europa al vertice sul lavoro di Milano.
Tutt’altra accoglienza è stata quella riservata dal corteo dei lavoratori metalmeccanici, che protestano contro la riforma e le politiche di austerity. “Continuando con queste politiche il Sud dell’Europa sarà destinato al massacro più totale”, afferma uno dei presenti al corteo.
“Guardate quello che sta succedendo in Spagna con la legge sul lavoro voluta dal governo Rajoy: non essendoci più la possibilità di svalutare la moneta, quella legge permette di svalutare il lavoro, di fare la corsa al ribasso sui salari. Ci sarà la guerra dei poveri tra i lavoratori”, conclude.
“Questa riforma vuol dire far diventare precari tutti, è quello il problema”, sostiene un secondo manifestante. “Gli interessi sono altri e non quello dei giovani e del lavoro futuro”, afferma un ragazzo. “La colpa è dei nostri politici, di chi ci ha governato fino adesso e non ha creato politiche industriali e ha fatto fallire l’Italia”, aggiunge una donna in testa alla manifestazione.
Siamo pronti ad occupare le fabbriche, ha detto il segretario generale della Fiom Maurizio Landrini. Al centro della polemiche il superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori voluto dal governo Renzi e incluso nel maxi-emendamento in corso di votazione in Aula.
“Una protesta per dire no all’austerità, no alla precarietà. Una protesta che mette in difficoltà il governo Renzi proprio mentre l’Europa chiede all’Italia maggiori riforme strutturali”, spiega da Milano l’inviata di Euronews Margherita Sforza.