Un ritiro seppur parziale. Lo hanno deciso i giovani responsabili di ‘Occupy Central’ a Hong Kong. Gli studenti, dopo che il governo locale ha minacciato di usare la forza, lasceranno Mong Kok, quartiere commerciale della città, per permettere a migliaia di persone di tornare al lavoro e a scuola già da lunedì. Ma c‘è anche chi vuole rimanere.
“Se la polizia utilizza la violenza per sgombrare l’area – sostiene Chan Chak-To, ingegnere di 29 anni – allora per forza me ne andrò. Dopo tutto sono solo una persona fragile, normale. Ma se non usa la violenza, andrò avanti rispettando i principi della disobbedienza civile e mi assumerò le responsabilità per quel che ho fatto. Se ho violato la legge, e davvero mi devono arrestare, allora lo accetterò”.
I manifestanti ripiegheranno tutti nel distretto di Admiralty, dove hanno sede le principali istituzioni governative. Da lì, promettono, non se ne andranno.
“Penso – ipotizza una dimostrante – che ci sia anche la possibilità che cercheranno di forzarci ad andare via. Ma noi resteremo. Ma, se le nostre vite venissero minacciate, allora ce ne andremo”.
La protesta è iniziata una decina di giorni fa. Gli studenti si oppongono alla decisione
di Pechino di limitare a pochi fidati nomi le candidature alle elezioni locali del 2017.