Si è aperto davanti alla corte penale di Anversa il più grande processo per terrorismo mai celebrato in Belgio. Gli imputati sono 46 membri del gruppo Sharia4Belgium, specializzato nel radicalizzare giovani musulmani e reclutarli come combattenti da inviare in Siria.
Il 32enne Fouad Belkacem, arrivato in tribunale con il suo avvocato, è il presunto leader dell’organizzazione. Contro di lui, la testimonianza del giovane Jejoen Bontinck, vittima ma anche principale accusatore di Belkacem.
Questo diciannovenne, che ha trascorso otto mesi in Siria, tra febbraio e ottobre del 2012, racconta di essere stato sequestrato perché sospettato di essere una spia e di aver condiviso la prigionia con James Foley, l’ostaggio americano decapitato dall’Isil.
A difendere la sua posizione davanti alla stampa, il padre che lo riportò a casa dalla Siria.
“Non sono preoccupato per mio figlio, per niente, perché in questo processo riveste tre ruoli: è un sospettato, ma è anche una vittima e il procuratore ne ha le prove; e infine, e soprattuto, è il testimone chiave dell’accusa. Quindi non ha niente da temere”.
Solo otto imputati si sono presentati in aula. Quanto agli altri, potrebbero essere tutt’ora in Siria o già deceduti.
Il Belgio è tra i Paesi europei che hanno fornito più militanti allle organizzazioni jihadiste. Dei 400 partiti da qui, il 10% gravitavano intorno a Sharia4Belgium.