Appare sempre più fragile la tregua nell’Ucraina orientale, tra esercito regolare e separatisti filorussi, nonostante gli ulteriori accordi siglati nella notte tra venerdì e sabato a Minsk. Dopo la firma, Kiev ha denunciato l’uccisione di due suoi soldati.
L’intesa prevede la creazione di una “zona cuscinetto” di almeno 30 chilometri tra le forze antagoniste.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko sembra fare di nuovo appello alle forze internazionali.
In un colloquio con alcuni giornalisti ha affermato: “Rimarco che è impossibile vincere la guerra nelle città di Lugansk e Donetsk utilizzando solo mezzi militari. Più battaglioni dell’esercito ucraino inviamo, più arrivano truppe dalla Federazione russa”.
Non è la Russia intera a sostenere l’interventismo di Putin nell’Ucraina dell’est. Domenica, oltre diecimila persone hanno marciato nel centro di Mosca per protestare contro la politica adottata dal presidente. Tra i dimostranti anche esponenti dell’opposizione, che hanno scandito slogan come “Putin smetti di mentire e ferma l’intervento armato”.