Salvare l’isola nell’adriatico che ospitò il gulag di Tito dal turismo selvaggio. E’ la battaglia dell’associazione Goli Otok da quando la prigione è stata messa in vendita dallo Stato croato. Nell’isola calva, così è chiamata in italiano Goli Otok, finirono circa tredicimila persone, comunisti filosovietici e anticomunisti, fino al 1956. Quattrocento persero la vita. L’associazione e gli ex detenuti hanno scritto al governo per chiedere che sia trasformata in un memoriale.
“Qui c’era il comitato d’accoglienza”, racconta l’ex detenuto Zlatko Hill. “Tutti i prigionieri all’epoca dovevano mettersi in fila su entrambi i lati di questo vialetto e accogliere i nuovi arrivati sputando su di loro e picchiandoli”.
Il campo di lavoro fu convertito in una prigione ordinaria negli anni cinquanta, chiusa poi nel 1989. In seguito, Goli Otok cadde nell’oblio, fino alla decisione dello Stato, lo scorso luglio, di metterla in vendita assieme a un centinaio di altre proprietà pubbliche in disuso. L’associazione Goli Otok vuole evitare che cada nella mani di investitori pronti a costruire hotel di lusso e discoteche.