Dall’energia all’edilizia, per ricostruire Gaza serviranno più di sei miliardi di euro. Con l’unica centrale elettrica andata distrutta e migliaia di edifici danneggiati, per la ricostruzione saranno necessari cinque anni, ammesso che il blocco della Striscia sia rimosso.
A spiegarlo in una conferenza stampa a Ramallah, in Cisgiordania, sono gli esponenti dell’Autorità Nazionale Palestinese, alla luce delle stime fatte a conclusione del conflitto con Israele.
“L’attacco alla Striscia di Gaza non ha precedenti – spiega l’economista e membro di Fatah Mohamed Shtayyedh -. Gaza è stata colpita da una catastrofe e ha bisogno di aiuto immediato perché per molte cose non si può attendere a lungo”.
Oltre che dalla fine delle rivalità tra le fazioni palestinesi, la ricostruzione dipenderà in gran parte degli aiuti provenienti dall’estero.
“Le infrastrutture sono state distrutte: strade, case, alberi, tutto – dice un residente di Gaza -. A Beit Hanoun ho visto dei camion togliere l’asfalto, perché è stato distrutto? L’obiettivo di questa guerra era la distruzione, nulla di più”.
Si stima che gli edifici danneggiati in parte o del tutto dai bombardamenti in sette settimane di conflitto siano circa diciassettemila. Solo per ricostruire questi ci vorranno quasi due miliardi di euro.
Vi sarà poi da aggiungere il settore energetico, quello della finanza, della sanità, dell’agricoltura, dei trasporti. E quello dell’istruzione.