Il Pentagono conferma l’autenticità del video in cui i militanti dello Stato Islamico hanno messo in scena la morte di Steven Sotloff.
Giornalista, 31 anni, doppio passaporto, statunitense e israeliano, Sotloff è stato ricordato dalla famiglia come una persona mite e in cerca della verità.
“Steven non era un eroe” ha detto Barak Barfi, portavoce dei Sotloff. “Come tutti noi era soltanto un uomo che ha cercato il bene nascosto in un mondo di tenebre. E quando non lo ha trovato ha provato a crearlo”.
Le autorità americane si stringono attorno alla famiglia della vittima, la seconda ad essere decapitata, sorte già toccata a James Foley. E intanto promettono battaglia agli estremisti:
“Quando qualcuno colpisce gli americani non ci tiriamo indietro” ha affermato il Vice presidente Joe Biden. “Non dimentichiamo, ci prendiamo cura delle famiglie in lutto e quando il lutto è finito, devono sapere che li cercheremo fino alle porte dell’Inferno”.
E se Barack Obama moltiplica gli sforzi e gli appelli alla costituzione di un’alleanza internazionale per affrontare l’avanzata dei militanti islamici in Iraq e in Siria, Londra è destinata ad essere il primo candidato partner, con un cittadino britannico minacciato di essere la prossima vittima.