Il Parlamento pachistano si è riunito in sessione di emergenza sulla grave crisi politica in corso, segnata dalle violente proteste di Islamabad.
Forte di una solida maggioranza in entrambe le camere, il premier Nawaz Sharif – che sta affrontando la più grande sfida dall’insediamento poco più di un anno fa – vuole dimostrare con il sostegno degli alleati di avere la situazione sotto controllo.
“Oggi, l’intero Parlamento e l’intera nazione sono dalla stessa parte e una massa di persone armate dall’altra – dice il ministro dell’Interno Chaudhry Nisal Ali Khan -, credo che non dovrebbero esservi dubbi su chi sosterrà la nazione”:
Migliaia di manifestanti dell’opposizione restano accampati di fronte all’edificio del Parlamento, e continuano a chiedere le dimissioni di Sharif, accusato di brogli elettorali e corruzione.
La sessione congiunta dovrebbe durare una settimana. I parlamentari intanto cercano di calmare le acque: “Il Parlamento è unito e vuole trovare una soluzione alla situazione attuale – dice il portavoce dell’Awami National Party -. Possiamo salvare la nostra democrazia, la costituzione e anche questo Paese”.
Il Pakistan è nel caos ormai da metà agosto. Le manifestazioni sono degenerate, con almeno tre morti e centinaia di feriti. L’opposizione vuole che Sharif se ne vada, ma il premier non cede.
Il governo fa sapere di non escludere un uso “selettivo” della forza.