Iraq: kamikaze contro neopremier a Bagdad. Consiglieri Usa nel Paese

2014-08-13 14

Dopo l’attentato suicida nei pressi della residenza del neopremier iracheno Haidar al Abadi la sicurezza a Bagdad è stata rinforzata.

L’attentatore ha fatto saltare la carica esplosiva, ma non è riuscito a penetrare nell’edificio la cui facciata è distrutta. La disperazione di chi vive lì vicino. Dice una donna: “Che abbiamo fatto di male. Hanno distrutto case e negozi. Che cosa hanno fatto questi innocenti?”

Appena martedì Al-Abadi era stato nominato premier dal presidente Massoum succedendo a Nouri al Maliki.

Al Malii non sembra disposto a gettare la spugna, ma l’Iran sembra averlo abbandonato. Questi cambi al vertice della politica si unice un intervento statunitense. Washington scarta un intervento di terra, ma i bombardamenti sulle roccaforti dei ribelli dell’Isis si susseguono. Nel Paese sono almeno 130 i consiglieri militari usa, nelle parole del ministro della difesa Chuck Hagel. Molti di loro sono arrivati ad Erbil enclave curda nel nord. Fra i loro compiti quello di evitare il massacro delle minoranze religiose che Isis sta passando per le armi. Lo ha detto lo stesso Hagel in un intervento a una base in California. Per ora il numero di militari americani ufficialmente presenti sul territorio iracheno è di almeno 1000 unità.

All’attivismo statunitense e al sostegno alle milizie curde peshmerga in funzione anti Isis, fa da contraltare l’immobilismo europeo che non va, per ora, oltre alcune dichiarazioni d’intenti sia comunitarie che dei vari stati nazionali.