Nuovi caccia bombardieri americani sono partiti dalla portaerei George H.W. Bush nel Golfo Persico diretti nel nord dell’Iraq. Obiettivo, ha fatto sapere il Pentagono, continuare a colpire i jihadisti, eliminare i ‘‘terroristi’‘ finché non si formerà un governo inclusivo a Baghdad. Gli Stati Uniti tornano a intervenire militarmente in Iraq per la prima volta dalla fine del 2011 quando ritirarono le truppe.
I nuovi attacchi aerei si sono concentrati a nord-ovest di Arbil, capoluogo del Kurdistan iracheno. Sinjar, Mosul, Tikrit e Fallujah sono ancora sotto il controllo del gruppo estremista sunnita dello Stato islamico (Is) che continua la sua avanzata.
“Questa non è una guerra classica. Non è una guerra frontale contro un esercito regolare. Attaccano con piccole unità, con forze mobili e agiscono in velocità,” ha spiegato il ministro degli esteri iracheno Hoshiar Mahmoud al-Zibari.
I miliziani, intanto, alzano il tono contro gli Stati Uniti. ‘‘Dichiaro che è stato creato il califfato islamico. Se siete uomini, non attaccateci con i droni. Mandate qui i vostri uomini, quelli che abbiamo umiliato in Iraq’‘ ha detto Abu Mosa, il portavoce dello Stato Islamico. Che poi promette a Obama in tono minaccioso: ‘‘Alzeremo la bandiera di Allah sulla Casa Bianca.’‘