L’invecchiamento della popolazione non è un problema che tocca soltanto l’Italia.
Parola di Moody’s che, in un rapporto,sottolinea quanto le dinamiche demografiche cominceranno a pesare sull’economia globale.
Entro il 2020, dieci nuovi Paesi andranno a fare compagnia all’Italia, al Giappone e alla Germania tra le nazioni con oltre un quinto della popolazione “over-65”.
L’impatto, lungi dall’essere questione di lungo termine, si farà sentire già da quest’anno strappando lo 0,4% al Pil mondiale e, dopo il 2019, addirittura lo 0,9%.
Secondo le proiezioni di Moody’s, nei prossimi tre lustri la popolazione mondiale in età da lavoro crescerà soltanto la metà rispetto ai ritmi visti negli ultimi quindici anni.
“Sappiamo che la forza-lavoro va contraendosi in Paesi come la Russia, il Giappone e la Germania”, spiega Anne Van Praagh di Moody’s.
“Sappiamo inoltre del declino della partecipazione alla forza-lavoro attiva negli Stati Uniti. Il fatto è che questo non è solo un problema dei Paesi sviluppati, ma tocca anche i mercati emergenti e in via di sviluppo”, aggiunge.
La palla passa ora ai governi e ai processi d’innovazione tecnologica. Ai secondi il compito di aumentare la produttività, ai primi quello di mettere in atto politiche come l’innalzamento dell’età pensionabile e l’inclusione di donne e giovani nel mondo del lavoro.