Un reportage fotografico di moda semina polemica e rabbia in India. Ritrae una scena di approccio sessuale in un autobus che assomiglia troppo all’aggressione subita due anni fa da una studentessa ventitreenne che fu stuprata e uccisa da una banda di sei uomini. I genitori della vittima reagiscono con dolore e sdegno alla pubblicazione delle foto.
“Il reportage – dice la madre – ci ha messo di nuovo di fronte a quanto avvenuto e questo solo per pubblicità e per fare soldi. L’autore ha cercato di ferire i nostri sentimenti riproducendo il calvario di nostra figlia. Non ha il diritto di prendersi gioco dei sentimenti degli altri”.
“Farò appello alla Corte suprema – afferma il padre -affinché il fotografo venga punito e il reportage venga messo al bando”.
L’assassinio della studentessa, per il quale 4 uomini sono stati condannati a morte, provocò una serie di manifestazioni contro le autorità accusate di non proteggere i diritti delle donne. In seguito, il Parlamento indiano ha approvato una nuova legislazione per reprimere questo tipo di aggressioni.