Starebbero migliorando le condizioni dell’americano infettato da Ebola, la febbre emorragica esplosa in Africa occidentale, e già in un ospedale negli Stati Uniti. Starebbe per arrivare la seconda vittima statunitense dell’epidemia.
Intanto la malattia continua a propagarsi, le cifre sono ballerine. Fra 700 e 800 le vittime.
Varie nazioni come Corea del Sud e Malaysia stanno chiudendo le frontiere a chiunque provenga dalla regione, ma in loco le misure restano insufficienti. Dal punto di vista della ricerca non esiste ancora vaccino e la mortalità si sarebbe attestata sul 60% dei casi.
Chi sta compiendo ricerche serie sulla malattia è il dipartimento di Stato Usa perché, dall’undici settembre, Ebola è stata inserita nei rischi di bioterrorismo e come tale è considerata da Washington alla stregua di una minaccia nazionale.
Alberto de Filippis