Il padre è agli arresti, i figli sono dall’avvocato e lo Spirito Santo è sull’orlo della crisi finanziaria. Terremoto di proporzioni bibliche quello che ha colpito la potente famiglia di banchieri portoghesi Espírito Santo.
Culminato giovedì con il fermo del patriarca Ricardo Espirito Santo Salgado, ex amministratore delegato dell’omonimo Banco, nell’ambito di un’indagine per riciclaggio ed evasione fiscale partita nel 2011.
“Il caso ‘Monte Branco’ – spiega però, António Costa, direttore del quotidiano Económico – non c’entra niente con il Banco Espirito Santo, né con la famiglia Espírito Santo e con i casi che sono apparsi nelle ultime settimane sul fallimento coordinato e organizzato per i quali passeranno il gruppo e la famiglia. Ha a che fare soltanto con Ricardo Salgado, con le decisioni che aveva preso e con i sospetti di riciclaggio di denaro e di evasione fiscale”.
Una nuova tegola sulla testa della dinastia, che il mese scorso aveva perso il controllo della banca da essa creata e che da tempo era nel mirino delle autorità
A spiegarlo davanti a una commissione parlamentare è stato, sempre giovedì, il numero uno della Consob portoghese Carlos Tavares il quale ha citato il riscontro di numerosi illeciti.
“La CMVM – ha dichiarato Tavares – ha aperto 20 procedimenti di infrazione contro entità del Gruppo Espírito Santo, ha presentato prove di ‘insider trading’ al Pubblico Ministero e di eventuali crimini per falso e abuso di fiducia”.
L’impero degli Espírito Santo aveva cominciato a scricchiolare in primavera, in seguito alla scoperta di irregolarità contabili nella holding lussemburghese.
La settimana scorsa quest’ultima aveva chiesto la protezione dai creditori dopo alcuni mancati pagamenti che avevano scatenato una crisi di panico anche tra gli azionisti del Banco Espírito Santo.