Gaza, il dramma dei rifugiati: nessun luogo è sicuro

2014-07-22 4

Il dramma dei rifugiati e le condizioni sempre più disperate della popolazione civile nel racconto da Gaza dall’inviata di euronews Valérie Gauriat, intervistata da Didier Burnod.

Didier Burnod, euronews: Sono due settimane di offensiva israeliana. Abbiamo parlato ieri di una situazione molto grave negli ospedali. Situazione ulteriormente peggiorata dopo che uno di questi è stato bombardato.

Valérie Gauriat, inviata di euronews a Gaza: ‘‘Sì, si tratta dell’ospedale al-Aqsa, nel centro della Striscia di Gaza. È un ospedale molto importante perché serve almeno cinque campi di rifugiati, ossia decine di migliaia di persone. Una parte di questo ospedale è stata danneggiata, la sala operatoria in modo particolare. Mi hanno detto oggi che i sopravvissuti sono stati raggruppati nella hall dell’ospedale. Inoltre, nuovi tiri di mortaio avrebbero colpito oggi la zona circostante l’ospedale.’‘

Didier Burnod: Qual è la situazione dei rifugiati, sappiamo che ha superato la soglia dei 100mila il numero delle persone accolte nelle strutture dell’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi.

Valérie Gauriat: ‘‘In effetti gli edifici dell’Onu sono saturi, ci sono molte scuole che sono state occupate dai rifugiati. Non c‘è più posto, chiaramente. Molte persone, inoltre, sono andate a cercare rifugio negli immobili del centro, ma anche lì non sono al sicuro. Questa mattina abbiamo filmato un edificio che è stato distrutto al centro della città di Gaza. Ci sono stati dei morti, ovviamente. C‘è anche un certo numero di famiglie che ha trovato rifugio negli alberghi di Gaza. Ne ho incontrate molte anche io, mentre rientravo ieri sera in hotel. Famiglie intere che dividevano una camera.’‘

Didier Burnod: Sei riuscita a parlare con qualcuno di loro?

Valérie Gauriat: ‘‘Le persone mi hanno raccontato spontaneamente il loro sgomento. Una donna, in particolare, mi ha detto che la sua bambina di appena 6 anni aveva già vissuto tre bombardamenti e tre spostamenti. Questa donna lavora nel settore dell’educazione e mi ha detto che non è più possibile per i bambini crescere in questo modo, che perdono il loro futuro, che tutto questo deve finire perché ai suoi occhi non ha alcun senso’‘.

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