La tregua tra Israele e Hamas proposta dalla mediazione egiziana, è durata appena sei ore. Prima l’ala armata del movimento, poi la stessa Hamas hanno liquidato l’ipotesi come equivalente a una resa.
E così nel pomeriggio l’esercito israeliano ha ripreso i raid, distruggendo in una sola ora 11 siti per il lancio di razzi e due tunnel, secondo quanto riferiscono fonti ufficiali.
La proposta di tregua, appoggiata dalla Lega araba, prevedeva uno stop all’uso delle armi, l’apertura dei valichi e l’avvio di trattative.
“Le dichiarazioni di Netanyahu sul cessate il fuoco non hanno alcun senso per noi” spiega un portavoce. “Hamas è impegnata a combattere, non per ottenere un cessate il fuoco ma per liberare il popolo palestinese dall’oppressione israeliana. Ufficialmente Israele ha ucciso 200 palestinesi, ma la cifra vera è senza dubbio molto più alta”.
Inoltre, secondo l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi, almeno 560 case private e migliaia di edifici pubblici sono stati distrutti.
“Noi che abitiamo a Gaza veniamo uccisi lentamente, dalla mattina alla sera, e non è giusto”.
“Non ci piace la guerra ma cerchiamo soltanto di difendere i nostri diritti. Vogliamo una tregua che metta fine al blocco della Striscia. Una tregua che ci renda giustizia e dissipi la nebbia nella quale siamo costretti a vivere”.
E mentre continuano i funerali delle vittime si prova a tenere in piedi i contatti diplomatici. In serata è previsto un incontro a Ramallah tra il presidente palestinese Mahmoud Abbas e la ministra italiana degli Esteri Mogherini.