La giustizia egiziana ha condannato all’ergastolo i vertici dei Fratelli Musulmani con l’accusa di aver incitato alla rivolta la popolazione dopo la deposizione dell’ex presidente Mohamed Morsi l’estate scorsa.
36 le condanne tra cui spiccano i nomi di Mohamed Badie e Mohamed al Beltagy, rispettivamente guida spirituale e numero due del movimento.
Badie e Al Beltagy, già condannati a morte per l’uccisione di un poliziotto, sono imputati in oltre dodici processi avviati nell’ambito di quella che è stata definita dalla stampa la “restaurazione egiziana”.
Nell’estate del 2013 la deposizione di Morsi, primo Presidente democraticamente eletto, da parte del Generale Al Sisi è costata all’Egitto oltre 1300 vittime. Tra queste anche il figlio 39enne di Badie.
Dopo aver vinto le elezioni con il Partito Libertà e Giustizia i Fratelli musulmani sono tornati a essere considerati “organzzazione terroristica”. Oltre quindicimila persone, tra figure di spicco, aderenti e semplici simpatizzanti del movimento a essere finiti in carcere nell’ultimo anno.