Un bypass neurale per il movimento degli arti paralizzati

2014-07-01 1

Dall’Università statale dell’Ohio una speranza per le persone paralizzate a causa di lesioni spinali. Un bypass neurale può ripristinare il movimento e cambiare profondamente la vita di questi pazienti.

Ian Burkhart, un ragazzo di 23 anni, tetraplegico, è stato il primo a riuscire a muovere la mano grazie a Neurobridge.
Il bypass neurale connette il cervello direttamente ai muscoli permettendo di riprendere il controllo volontario degli arti.

Chad Bouton, ricercatore-capo presso Batelle, società produttrice di Neurobridge: “Assomiglia molto a un bypass cardiaco ma invece di bypassare il sangue, bypassa segnali elettrici. Prendiamo questi segnali dal cervello, che aggirano la lesione e vanno direttamente ai muscoli”.

La tecnologia Neurobridge prevede l’impianto di un chip più piccolo di un fagiolo nel cervello del paziente. Questo interpreta i segnali cerebrali e li invia a un software speciale che ricodificandoli li manda a uno stimolatore elettrico, la manica indossata dal paziente, che fa eseguire l’azione ai muscoli. Tutto nel giro di un decimo di secondo.

Ian Burkhart, paziente: “Sollevare un bicchiere d’acqua e bere, lavarsi i denti e mangiare, se queste cose puoi farle da solo la tua vita cambia radicalmente”.

I ricercatori prevedono di testare il Neurobridge su quattro pazienti nel corso delle prove cliniche.

Restiamo in campo medico, per scoprire una nuova tecnologia in Finlandia. Gli scienziati hanno sviluppato una telecamera leggera, portatile, iperspettrale che può individuare i primi segni del tumore della pelle, invisibili a occhio nudo.

Le immagini ingrandite della zona interessata, registrate in pochi secondi, possono mostrare le differenze tra la pelle in salute e quella potenzialmente tumorale.

Ilkka Polonen, ricercatore all’università di Jyväskylä: “La telecamera iperspettrale è abbastanza simile a una normale telecamera digitale, salvo che le telecamere normali catturano tre ampie lunghezze d’onda in un sol colpo, rosso, verde e blu. Questa invece filma lunghezze d’onda più corte, dai 500 millimetri agli 850 nanometri”.

Questa telecamera è stata usata anche per individuare i contorni di tumori della pelle poco visibili, come la lentigo maligna, e che possono svilupparsi se non asportati chirurgicamente. Può individuare anche la cheratosi solare, una lesione pre-cancerosa.

Noora Neittaanmaki-Perttu, medico e ricercatrice al centro ospedaliero universitario di Helsinki: “Attorno a queste lesioni possono essercene altre, subcliniche e sono queste che vogliamo vedere con l’imaging iperspettrale. Vogliamo individuare tutte le lesioni sub-cliniche, quindi possiamo vederle prima della cura e anche dopo, per verificare se ne restano ancora”.

I ricercatori hanno definito promettenti i primi risultati delle prove cliniche condotte negli ospedali del Paese.