Altissima partecipazione anche nell’ultimo giorno della maratona elettorale a Hong Kong per il referendum non ufficiale sulle riforme democratiche. In corso da 10 giorni, la votazione, che si è svolta quasi tutta on line, è stata bollata da Pechino come illegale.
La consultazione è stata indetta dal gruppo Occupy Central per ottenere il voto diretto del capo dell’esecutivo, una pratica, definita dagli attivisti per la democrazia in linea con gli standard internazionali.
“Questo referendum, dice questo uomo d’affari di Hong Kong, è molto significativo perché penso sia un’opportunità per la gente di questa metropoli di conoscere davvero i loro diritti.”
“Su Hong Kong sta calando il buio, avverte quest’altro manager. Se non faremo di tutto per migliorare, sono convinto che il paese prima o poi morirà.”
Martedì 1° luglio l’ex colonia britannica celebrerà il 17° anniversario del suo ritorno sotto il controllo cinese, in un clima di tensioni sociali. Gli attivisti per la democrazia minacciano di bloccare tutta la zona centrale, sede di multinazionali e banche, se Hong Kong non dovesse riusciure ad adottare un metodo democratico per eleggere il suo prossimo leader.