Ebola si sta propagando a un ritmo allarmante e la priorità è quella di sensibilizzare le popolazioni locali e i Paesi coinvolti.
I casi registrati sono già oltre cinquecento, con circa quattrocento morti, e anche l’entità della diffusione del virus a livello geografico è senza precedenti.
Molte persone cercano di fuggire, come racconta una donna della Sierra Leone, insieme a Guinea e Liberia tra i Paesi più colpiti:
“Sono fuggita da Daru per l’epidemia. Tante persone sono morte lì, anche tanti miei parenti. Un’infermiera che è stata a contatto con il cadavere della madre è morta. Sono anche morte le persone che l’hanno sepolta”.
La preoccupazione principale delle autorità e del personale medico è il comportamento nei confronti del virus, che spesso suscita vergogna.
La poca consapevolezza dei rischi è spesso all’origine della sua diffusione, come spiega il medico Shek Moar Khan:
“Chiunque presenti certi sintomi deve venire qui. Spesso quando qualcuno si ammala e muore viene nascosto. Quando qualcuno muore a causa del virus Ebola, il cadavere è molto più pericoloso. Quindi se si seppellisce senza le dovute precauzioni almeno altre dieci persone rimarranno infettate”.
Nonostante le campagne di sensibilizzazione, molte comunità continuano a utilizzare pratiche di sepoltura tradizionali, che aumentano la possibilità di trasmissione di un virus per il quale non esiste vaccino o cura.