A 24 ore dalla fine della tregua il cessate il fuoco fra separatisti e Kiev in Ucraina appare quantomeno fragile.
Le autorità accusano costantemente i ribelli di infrangere i patti e i filorussi assicurano che i bombardamenti dell’esercito regolare continuano senza sosta.
In mezzo la gente comune come questa donna: “Nel nostro quartiere ci sono stati combattimenti tutta la settimana: È la terza volta ed è stato davvero intenso. Non possiamo fare altro che restare qui. Persino il cane si è spaventato ed è entrato in casa”.
Le zone orientali restano militarizzate e l’atmosfera non è certo da tregua quanto piuttosto da calma prima della tempesta.
E anche se non si spara le tensioni all’est pesano sul bilancio di Kiev e il premier Arsenyuk rinfaccia a Mosca il fatto che lo Stato sia costretto a stornare sulla difesa fondi che potrebbero essere impiegati per il benessere del Paese. Un’altra forma di guerra visto che la Russia che secondo Kiev sosterrebbe logisticamente i ribelli, ha risorse illimitate rispetto all’Ucraina.
E nell’attesa del discorso di Poroshenko oggi la diplomazia segna il passo.
Kiev chiede più sostegno economico allo FMI mentre Bruxelles e Washington assicurano che aiuteranno l’Ucraina. Parallelamente la Nato mantiene sospesa ogni cooperazione con Mosca e spera in un cambio d’attitudine di Vladimir Putin
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