Iraq. Al Maiki: rimpasto, ma non governo di unità nazionale.

2014-06-25 22

L’esercito iracheno ottiene il sostegno fattivo dell’Iran che ha inviato tonnellate di equipaggiamenti e sta anche conducendo voli di ricognizione per mezzo di droni.

L’obiettivo è sempre quello di contrastare l’avanzata dei miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, che sembra inarrestabile, come dimostra l’inifina battaglia per la conquista della raffineria di Baiji, la più importante del paese, e che ha cambiato di mano più volte, malgrado l’impiego dell’aviazione da parte di Baghdad.

Pressato da più parti per creare un governo di unità nazionale, il premier iracheno Nuri al Maliki si è detto pronto a fare un rimpasto, ma non nel senso di una maggiore inclusione:

“Non è un segreto per nessuno, il pericoloso obiettivo di chi chiede un governo di salvezza nazionale, come lo chiamano è semplicemente quello di sabotare la costituzione e di frenare il giovane processo democratico, confiscare l’opinione degli elettori e passare oltre l’ordine costituzionale”.

Nella capitale si continuano a reclutare volontari per quella che, probabilmente, sarà la battaglia finale, la battaglia di Baghdad, quella che deciderà le sorti del governo Al Maliki ma, soprattutto, le sorti del paese.

Un paese sempre più diviso, con il Kurdistan, a nord-est, uno stato nello stato, che sembra essere una delle uniche zone davvero al sicuro. È qui che confluiscono i profughi scacciati dai combattimenti.