Dal Delta dell’Okavango in Botswana – il sito numero mille – alle vie della seta e del vino, l’Unesco aggiorna la lista del Patrimonio dell’Umanità.
Il comitato riunito a Doha, in Qatar, ha già aggiunto una decina di nuovi siti, tra i quali figura la Grotta Chauvet, nella regione Rodano-Alpi in Francia, uno dei siti preistorici più importanti d’Europa.
Nei prossimi giorni altri siti entreranno a far parte di un elenco che ora comprende la Fabbrica Van Nelle, nei Paesi Bassi, a Rotterdam, dove si lavoravano tabacco, tè, caffè: un esempio di architettura industriale del Ventesimo secolo, un progetto per una sorta di fabbrica ideale.
E nella lista Unesco entra un’area geografica plasmata dalla cultura del vino: quella delle Langhe piemontesi, un tesoro d’Italia, il Paese con il maggior numero di siti del patrimonio, una cinquantina.
Dalle terre del Barolo e del Barbera alla città di Bursa nella regione di Marmara in Turchia, i siti Unesco attraversano il mondo, da nord a sud, da est a ovest.
E percorrono anche cinquemila i chilometri della via della Seta, che parte dalla Cina orientale e arriva all’Asia centrale.
Il giro dei siti più belli fa tappa anche in Sudamerica, con la strada degli Inca, un sistema di circa trentamila chilometri lungo le Ande.