Al-Sistani sfiducia Al-Maliki. Cresce la pressione sul premier iracheno

2014-06-21 68

L’avanzata jihadista in Iraq sta facendo terra bruciata intorno al premier Al-Maliki. L’influente ayatollah Al-Sistani ha fatto eco alle critiche poche ore prima implicitamente formulate da Obama e invitato alla formazione di un governo di unità nazionale che “eviti gli errori del passato”.

Mentre l’ISIL sostiene ora di controllare l’aeroporto di Tal Afar, nel nord del paese, proseguono i combattimenti intorno alla raffineria di Baiji.

Con il passare dei giorni si aggrava intanto il problema dei rifugiati. 1500 le persone in fuga da Mosul ora ospitate dal solo campo di Khazal. Già mezzo milione, però, quelle che secondo l’ONU hanno lasciato la città dall’offensiva jihadista del 9 giugno.

Se Il governo iracheno è rimasto deluso dal “no” di Washington alla richiesta di immediati raid aerei statunitensi, la popolazione di Baghdad sembra divisa.

“Un intervento militare non risolverebbe niente – dice un residente -. La soluzione deve essere diplomatica. Questo è il messaggio che lanciamo a Obama”.

“Confidavamo in un intervento degli Stati Uniti – dice invece un altro -. Gli accordi siglati in passato li impegnano a proteggere noi e le nostre istituzioni”.

L’eventualità di un intervento statunitense sembra intanto già allarmare i seguaci del clerico sciita Moqtada Al-Sadr che, già in prima linea contro l’occupazione americana del 2003, tengono ora a mostrarsi alle telecamere durante gli addestramenti.