di Alberto de Filippis
In Iraq i jihadisti attaccano la maggiore raffineria del paese.
L’Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, ha completamente stravolto il modo di intendere il jihad, la guerra santa. Dopo aver svuotato i forzieri della banche di Mosul adesso punta al cuore della cassaforte petrolifera irachena.
I combattenti hanno lanciato mercoledì all’alba un attacco contro la principale raffineria irachena, a nord di Baghdad. I combattimenti sono cominciati alle 4 ora locale (le 2 in Italia) nella raffineria di Baiji, nella provincia di Salaheddine. I jihadisti controllano settori della provincia da una settimana.
Gli assalitori hanno distrutto riserve di petrolio prima di entrare nel complesso.
Il premier al Maliki e le autorità locali non sembrano in grado di far fronte alla minaccia e Isis dilaga.
Fare la guerra, anche se santa, costa e Isis dispone di cash flow, una disponibilità di denaro contante enorme, superiore ai due miliardi di dollari. A fronte di questa organizzazione a poco potrebbero servire i volontari sciiti che si raccolgono a Baghdad.