Iraq: i civili in armi per resistere ai terroristi dell'isis

2014-06-16 335

Il rischio di una guerra civile generalizzata è sempre più reale in Iraq.

Gli abitanti di Baghdad stanno raccogliendo l’invito delle autorità civili e religiose sciite a prendere le armi per proteggere la capitale in vista dell’arrivo degli insorti sunniti dell’Isis, gruppo terrorista la cui sigla significa ‘Stato islamico dell’Iraq e del Levante’ e il cui obiettivo è quello di creare un vasto emirato unficato, dalla Siria all’Iraq:

“Siamo pronti ad andare a combattere a Mosul, Ramadi, Tikrit, Diyala e Samarra, in qualunque provincia, e anche qui a Baghdad – dice un abitante della capitale – Siamo pronti, anche i sunniti, insieme agli sciiti, ai curdi e ai cristiani”.

Col propagarsi del conflitto aumenta anche il numero degli sfollati che sono ormai almeno 300mila, e che vanno ad aggiungersi al mezzo milione di rifugiati che già contava il paese, secondo i dati delle Nazioni unite.

Fra i profughi c‘è anche chi ha un buon ricordo dell’Isis:

“Sono loro che mi hanno liberato dal carcere, dove le forze dell’ordine irachene mi avano torturato” dice un uomo.

Altri profughi hanno storie ben diverse da raccontare sull’Isis:

Una donna racconta: “La mia casa è stata bombardata dall’alto e dall’Isis da terra. È andata distrutta. Ho perso tutto, tutti i miei averi”.

E un uomo anziano aggiunge: “Non penso che potremo tornare al nostro villaggio, l’Iraq è finito. Dio abbia pietà di noi – e rivolto alla moglie dice: non piangere…”

Il malcontento dei sunniti nei confronti della maggioranza sciita ha originato delle unioni contro natura, come quella che vede ormai gli estremisti fondamentalisti islamici dell’Isis allearsi ormai di fatto con quel che resta in Iraq del partito Baath, formazione laica che fu di Saddam Hussein. La figlia dell’ex rais catturato alla fine della Seconda guerra del Golfo e condannato a morte nel 2006,ha salutato l’avanzata del gruppo terrorista.