Nel Brasile con la testa nel pallone, come se la passa l’istruzione? Proprio mentre i riflettori si accendono sulla Coppa del Mondo di Calcio, vi proponiamo un viaggio fra banchi e cattedre brasiliani.
Dall’istruzione di primo grado all’università, i nostri reportage ci portano a fotografare un’offerta educativa, segnata da picchi di eccellenza e profonde sperequazioni.
Pubblica e privata, l’istruzione a due velocità
Democratizzazione degli accessi e incremento delle iscrizioni sono le buone notizie che arrivano dal fronte dell’istruzione di primo grado. La nostra visita a diversi istituti di San Paolo ci porta però a scoprire un marcato divario fra scuole pubbliche e scuole private. Per accedere alle migliori si arriva peraltro a pagare anche più dello stipendio medio di un brasiliano.
Università: eccellenza a caro prezzo
Lo schema sembra riprodursi anche sul fronte delle università. La ricerca è migliore in quelle pubbliche, ma il 70% dei circa 2300 atenei brasiliani sono privati. Ma è qui, che pagando un prezzo ancora più salato, si coltivano sogni e capitale umano delle classi dirigenti di domani. Un biglietto da visita, che in base a recenti studi, garantisce poi a chi esce da queste fucine del sapere, stipendi superiori alla media anche del 150%. Il nostro reportage dalla prestigiosa Universidade Federal Rural di Rio De Janeiro.
“Esporte seguro”: con la testa nel pallone, per dare un calcio alla criminalità
L’ultimo reportage di questa puntata ci porta poi a scoprire “Esporte Seguro”: un progetto educativo che si avvale del calcio come strumento per strappare alla strada i giovani delle favelas e offrire loro un futuro migliore.