Il personaggio più ingombrante è proprio quello che non si vede.
Assente da agenda – e foto per la stampa -, nella due giorni di Merkel, Cameron e Rutte in casa del primo ministro svedese Reinfeldt, a invitarsi di prepotenza nella residenza di campagna di Harpsund è Jean Claude Juncker: vincitore delle recenti europee con il suo PPE, che stenta però a farsi accettare alla guida della Commissione, come vorrebbe il Trattato di Lisbona.
“L’investitura del Partito Popolare Europeo e il veto degli euroscettici: le elezioni del 25 maggio partoriscono “il caso Juncker”.”:http://it.euronews.com/2014/05/27/juncker-al-via-la-battaglia-per-la-presidenza-della-commissione-ue/
“Quello di oggi è un incontro sui contenuti – ha detto il premier britannico David Cameron -. Su cosa dovrà fare l’Europa nel corso dei prossimi anni. Voglio però approfittarne per sottolineare una questione di principio. E cioè che, in quanto leader europei democraticamenteeletti, a scegliere dovremmo essere noi che siamo alla guida delle istituzioni e non un procedimento che non è mai stato approvato”.
Il Presidente della Commissione Europea scelto dagli elettori: una promessa tradita?
Se già filtra nelle dichiarazioni alla stampa, c‘è da scommettere che “il rebus Juncker” si imponga sulle questioni economiche anche nelle discussioni al riparo delle telecamere.
“Juncker un mese prima delle elezioni europee: “Il leader del partito vincitore diventi il Presidente della Commissione. Qualsiasi altro accordo sarebbe un raggiro del processo democratico”.”:http://it.euronews.com/2014/04/23/juncker-non-vuole-inciuci-sulla-presidenza-della-commissione-europea/
Probabile, in particolare, che il rompicapo verta sull’individuazione di un candidato alternativo, capace di strappare il consenso chiave di Angela Merkel.