Carcere a vita per Rustam Makhmudov e suo zio, accusati di essere esecutore materiale e organizzatore dell’omicidio della giornalista russa Anna Politkovskaja.
Per gli altri tre accusati, nel terzo processo celebrato per il delitto compiuto otto anni fa, le pene vanno dai 12 ai 20 anni. Quest’ultima comminata a un ex ufficiale di polizia.
Le condanne non chiudono l’inchiesta:
“Il comitato investigativo – afferma Vladimir Markin, che ne è membro – continuerà a lavorare per trovare il mandante dell’omicidio. Sfortunatamente, molto dipende dai nostri colleghi stranieri, specialmente di Gran Bretagna e Turchia. Abbiamo mandato una serie di richieste, ma non abbiamo mai avuto risposta”.
Gli inquirenti non hanno dubbi che sia stato il lavoro della Politkovskaja a causare la sua condanna a morte. La giornalista, nota per le sue inchieste contro la corruzione sulla Cecenia, fu uccisa il 7 ottobre del 2006, nell’ascensore di casa sua.
Fra le piste mai ufficialmente battute ci sarebbe anche quella che porta al presidente russo Vladimir Putin, il cui operato è stato più volte oggetto di indagine da parte della Politkovskaja.