A Donetsk l’atmosfera è quella di una città sotto assedio. La popolazione locale è pronta al peggio, in modo particolare i filorussi, che si aspettano un attacco delle forze di Kiev, e tante vittime.
A Donetsk però ci sono anche tante persone che dicono – lontano dalle telecamere – di volere una città ripulita dai separatisti.
In tanti protestano perché vorrebbero la fine della violenza, come le centinaia di minatori che hanno manifestato rivolgendosi al governo:
“Questa è una protesta contro la cosiddetta operazione anti-terroristica – dice uno di loro -. Noi però la chiamiamo operazione anti-popolazione, che uccide anche le persone e i civili soffrono, non vi sono separatisti qui, ci sono le persone del Donbass”.
“Ho già paura – dice un’anziana residente -. Sono già sopravvissuta a una guerra, basta”.
“Proprio alla seconda barricata dove eravamo il giorno precedente, non lasciano più filmare anche a puntare il Kalashnikov per intimidire cameramen e fotografi, mentre invece la città si sente in uno stato d’assedio soprattutto i militanti della Repubblica Popolare di Donetsk”.