Gli scontri armati nell’Est dell’Ucraina si sono intensificati nelle ultime ore, a ridosso delle elezioni presidenziali: ieri un gruppo di ribelli filo-russi pesantemente armati ha attaccato un posto di blocco dell’esercito, uccidendo sedici militari e ferendone almeno trenta, alcuni dei quali in modo grave.
La sparatoria si è verificata appena fuori dal villaggio di Blahodatne, una trentina di km a Sud di Donetsk.
Un abitante è accorso in aiuto dei feriti, si è trovato di fronte a scene raccapriccianti:
“Ho aiutato come potevo. Sin dall’inizio, alle cinque di mattina, ho raccolto i feriti, ho prestato le prime cure, ho aiutato come potevo. È stata mia figlia a chiamarmi e dirmi che era iniziata la guerra. E quindi sono corso a dare una mano”.
I ribelli filo-russi hanno poi confermato di essere gli autori dell’attacco, ed hanno mostrato le armi sequestrate ai soldati.
Nelle stesse ore, un altro militare rimaneva ucciso non lontano da Lugansk.
Secondo fonti russe, l’esercito regolare avrebbe sparato sui civili a Sloviansk, non vi sono conferme.
Kiev ha accusato Mosca di voler creare disordini per disturbare le elezioni presidenziali. Si vota tra due giorni.