L’Ucraina si prepara alle più importanti elezioni dall’indipendenza di ventitré anni fa, le prime del post-Maidan. Domenica un Paese più che mai diviso elegge il nuovo Presidente, e il magnate del cioccolato Petro Poroshenko – sostenitore della rivolta che nei mesi scorsi ha fatto piazza pulita del potere centrale – resta il candidato favorito con un ampio margine:
“Sono convinto – ha detto – che si stia combattendo insieme per la pace, la calma, la sicurezza, la svolta economica, l’assenza di corruzione e la solidarietà internazionale con l’Ucraina, che ci permetterà non soltanto di ripristinare l’ordine nell’est, ma anche di riprendere la Crimea”.
Il voto si svolge in uno scenario segnato dai disordini e dalla violenza in particolare nell’est del Paese, dove i separatisti sono decisi a impedirne lo svolgimento.
“Mi auguro che da qui alla conclusione del processo elettorale non venga usata la forza per permettere a questo processo di andare avanti – ha detto il mediatore dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, Wolfgang Ischinge -: . Mi auguro che questo messaggio venga recepito da entrambe le parti”.
Ishinge ha supervisionato la tavola rotonda tra governo, regioni e rappresentanti della società civile in vista di un voto dall’esito scontato. I candidati sono una ventina.
Nemmeno Yulia Timoshenko – l’ex premier da poco uscita dal carcere – dovrebbe rappresentare un pericolo per Paroshenko, che potrebbe spuntarla già al primo turno.
Resta solo da capire quanti dei circa trentacinque milioni e mezzo di elettori vorranno – o potranno – recarsi ai seggi.