Tra una settimana l’Egitto tornerà al voto per delle delicatissime elezioni presidenziali, che avranno solo due candidati. Banditi i Fratelli Musulmani, le tensioni non sembrano destinate a venir meno. Euronews è andata a sentire le opinioni, o piuttosto le speranze, di alcuni abitanti del popoloso quartiere di Imbaba, al Cairo.
“Vogliamo una vita dignitosa, sentirci tranquilli, e preghiamo Dio perché cambi la nostra società”.
“Chiediamo al prossimo Presidente, chiunque sia, di lavorare subito, con giustizia, prendendosi cura della povera gente, che dia soddisfazione ai bisogni fondamentali, come l’acqua e l’elettricità, e prima ancora il pane”.
“Non abbiamo più paura, ma siamo stanchi, i governi precedenti hanno rubato i nostri soldi e sono scappati, ci hanno lasciati affamati per strada, guardi me, ho 63 anni, sto sotto il sole per strada tutto il giorno, dovrei essere in pensione a rilassarmi a casa mia”.
Le elezioni dovrebbero dare un’apparente legittimità democratica al generale al-Sisi, viziata però dalla mancata partecipazione dell’altra parte del Paese, quella che sosteneva il deposto presidente Morsi e i Fratelli Musulmani. La stessa credibilità delle elezioni è messa in dubbio dall’annuncio, ieri, della rinuncia degli osservatori europei, la cui missione è stata limitata alla capitale.
Ma tutto questo è abbastanza lontano dalla quotidianità di Imbaba, e dalle sue aspirazioni a una vita normale, come sottolinea il corrispondente di Euronews:
“Hanno sogni umili, e provano le stesse sofferenze e hanno gli stessi desideri di prima, non sono cambiati, vogliono una vita dignitosa, la libertà, la giustizia sociale, le stesse richieste della rivoluzione, non ancora soddisfatte”.