È di nuovo a Kiev il Ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, che ha incontrato il premier facente funzioni, Arseni Yatsenyuk, e il Ministro degli Esteri Andriy Deshchytsia.
Il viaggio di Sikorski si inquadra nella frenetica attività diplomatica di questi giorni, che ha visto il Presidente del Consiglio europeo a Kiev e poi l’intero governo ucraino a Bruxelles, mentre a Kiev arrivava il Ministro degli Esteri tedesco e una delegazione parlamentare italiana. Tra nove giorni si terranno le elezioni presidenziali, dalle quali Kiev e Bruxelles dicono di aspettarsi molto per la riappacificazione del Paese.
Diversamente sembrano pensarla i filo-russi nelle regioni dell’Est, che non si vedono rappresentati da alcun candidato nè credono alle possibilità di successo del tavolo negoziale promesso dal governo di Kiev, che dovrebbe aprirsi in queste ore ma al quale non si sa chi debba sedere. Di certo non sono invitati i miliziani armati, che hanno minacciato attacchi in caso di mancato ritiro dell’esercito. Ultimatum non rispettato, l’esercito di Kiev resta sul posto.