In molti Paesi le disuguaglianze economiche stanno raggiungendo livelli record.
A lanciare l’allarme è un rapporto dell’Ocse, secondo cui le politiche per tentare di colmare il divario tra ricchi e poveri avranno successo solo se guarderanno oltre il reddito, affrontando temi come un miglior accesso all’eduzione, alla sanità e alle infrastrutture.
“Anche nei Paesi che registrano un ritorno della crescita economica, questa non riesce a tradursi in un miglioramento del tenore di vita delle famiglie”, spiega il corrispondente di Euronews da Parigi Giovanni Magi.
Il fenomeno va a toccare anche quella parte di crescita che è frutto dei processi di innovazione tecnologica. Un paradigma verso il quale molti Paesi sviluppati e in via di sviluppo si stanno gradualmente muovendo.
“Quel genere di crescita trainata dall’innovazione viene spesso finanziata dai contribuenti stessi, ma le ricompense non arrivano. Si mutualizzano solo i rischi, non i ritorni”, commenta Mariana Mazzucato, docente di Economia all’Università del Sussex.
“Questo richiede un ripensamento dei sistemi fiscali che, in pratica, dagli anni ottanta, sono diventati sempre più regressivi”, aggiunge.
Le disuguaglianze, spiega il rapporto dell’Ocse, sono frutto di un circolo vizioso che dalle entrate familiari arriva a toccare le opportunità del singolo: i ricchi hanno migliori prospettive scolastiche, lavorative e per quanto riguarda la salute, per i poveri è il contrario. Da qui la raccomandazione per politiche di crescita più inclusive.