I tatari della Crimea denunciano pressioni da parte delle autorità russe. A parlare è il principale leader della minoranza etnica musulmana Moustafa Djemilev, che di recente ha tentato di rientrare nella penisola riannessa alla Russia, dopo esserne stato espulso qualche settimana fa. La vicenda ha provocato scontri tra polizia anti-sommossa e tatari.
Djemilev – che a più riprese ha denunciato l’annessione – è intervenuto nel corso di una conferenza stampa a Kiev: “Faremo del nostro meglio per tenere sotto controllo le proteste da parte dei tatari di Crimea – ha detto -, per fare sì che si svolgano in modo non violento e democratico. Ma se verrà utilizzata la forza dalle forze di occupazione, le reazioni potrebbero essere di diverso tipo. Il Medjlis dei tatari di crimea non può garantire che riuscirà a contenere i manifestanti”.
Il pubblico ministero della Crimea Nataliya Poklonskaya ha invocato la possibilità di chiudere e mettere al bando il Medjlis, il parlamento locale dei tatari: “La Medjlis dei tatari di Crimea, guidato da Refat Chubarov, ha promosso azioni estremiste. Sono state accompagnate da rivolte, strade bloccate, attraversamento illegale del confine russo e violenza”.
Il pubblico ministero ha ordinato un’inchiesta. Le vicende – ha detto – potrebbero portare a ulteriori disordini tra le autorità russe e i tatari, che rappresentano il dodici percento circa della popolazione locale.