Sono Hani Abbas e Doaa Eladl i vignettisti premiati dalla fondazione svizzera “Cartooning for Peace”, “Disegnare per la Pace”, il cui presidente onorario è Kofi Annan, l’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite.
L’iniziativa si propone di promuovere la comprensione tra i popoli attraverso il linguaggio universale del disegno.
Kofi Annan, premio Nobel per la pace, spiega:
“Il premio Cartooning for Peace vuole essere un riconoscimento a coloro che mettono il loro talento artistico al servizio della pace e della tolleranza, e che usano il linguaggio universale delle immagini per informare, educare e celebrare la nostra comune umanità”
Doaa Eladl, egiziana, non ha potuto esser presente alla premiazione nella sede ginevrina delle Nazioni Unite: è molto conosciuta nel mondo arabo per il suo lavoro piuttosto impegnato politicamente, spesso sui diritti delle donne. È stata più volte oggetto di polemiche, anche accusata di blasfemia.
Hanni Abbas è siriano, e con le sue vignette ha denunciato le atrocità commesse nel suo Paese, dal quale è ora in fuga. Ha chiesto asilo politico in Svizzera. Molti suoi colleghi, disegnatori o giornalisti, sono stati torturati o uccisi.
“Questo premio non è per me come persona, ma per tutti coloro che esprimono la loro opinione, per tutti i giornalisti e gli intellettuali siriani che si trovano in grave pericolo perché disegnano, parlano, si esprimono liberamente”.
Kofi Annan, insieme al vignettista francese Plantu, ha anche inaugurato l’esposizione “la guerra in tutte le sue forme”, con 100 vignette di noti artisti internazionali esposte sulle sponde del lago Lemano.
Furono proprio Annan e Plantu, quasi otto anni fa, nel pieno delle polemiche sulle vignette di Maometto, a lanciare l’idea del premio “disegnare per la pace”:
Plantu ne spiega il significato con un paragone che forse trascura molti aspetti della Storia, ma richiama alla mente la libertà:
“Noi proviamo a dimostrare fino a che punto si tratti di una forma odierna di resistenza. I resistenti, che ci permettono di capire la parola Resistenza, sono questi vignettisti, che in fin dei conti oggi sono un po’ come dei soldati della democrazia, perché si battono contro diversi poteri: quello dei loro caporedattori ma anche il potere politico e quello religioso”.
La mostra delle vignette sulla guerra resterà a Ginevra fino all’inizio di luglio, dopodiché si sposterà a Sarajevo.
L’inviato di euronews:
“Le caricature possono essere sovversive, provocatorie o divertenti: ci fanno sorridere, ci spingono a riflettere. Ma molto spesso finiamo per dimenticare che molti di questi caricaturisti rischiano la vita per il loro lavoro”.