Dopo il gelido inverno, per gli Stati Uniti si prospetta una primavera illuminata dalle speranze di ripresa nel mercato del lavoro.
All’indomani dei dati deludenti sulla crescita del primo trimestre, Washington festeggia un nuovo segnale di rimbalzo dell’economia, dopo consumi e produzione industriale.
Ad aprile le nuove buste paga, escludendo il settore agricolo, sono state 288mila, ben 70mila in più delle previsioni.
Deciso miglioramento anche per il tasso di disoccupazione, calcolato attraverso i sondaggi sulle famiglie americane, che scende al 6,3% dopo essere rimasto al 6,7% a febbraio e a marzo.
Anche se il Dipartimento del Lavoro statunitense sottolinea come il calo sia dipeso soprattutto dall’uscita di molti disoccupati di lungo corso dalla forza lavoro attiva e dal calo dei nuovi entranti.
Scommessa vinta, sembrerebbe, per la Federal Reserve, che questa settimana ha proseguito risolutamente nel taglio del suo programma di stimoli economici, attribuendo il +0,1% del Pil nel primo trimestre a fattori climatici.
Per il secondo trimestre è prevista un’accelerazione del 3%, anche se il grande numero di persone senza impiego da più di un anno dovrebbe convincere la banca centrale americana a rimandare almeno fino a fine 2015 un aumento dei tassi di interesse.